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martedì 8 settembre 2015

La solidarietà femminile: questa splendida bugia.

La solidarietà femminile esiste davvero? Davvero davvero?
Oppure è solo lo specchietto per le allodole in discorsi pieni di parole e poveri di contenuto?

Sono abituata ad avere a che fare con donne indipendenti ed io stessa ho sempre trovato grandi amiche proprio in ambito lavorativo, dove la competizione è così alta che la solidarietà non trova spazio.
Ad onore del vero sono le aziende stesse a creare la competizione, ma molte donne la esasperano pensando di doversi guadagnare ancora un posto nel mondo del lavoro.
E con questo atteggiamento, oltre ad essere le peggiori nemiche di molte donne, diventano anche le peggiori amiche di se stesse, poiché primo o poi capiterà una difficoltà e non ci sarà nessuno ad aiutarle.

Ottimista come sono, fatico molto a credere che la solidarietà femminile sia così rara da trovare.
Purtroppo mi ritrovo a pensare che la solidarietà che ho incontrato in ambito lavorativo era legata più ad un rapporto di amicizia che ad un legame "femminile".

Fortunatamente, ci sono ambiti in cui è più facile incontrare questa merce rara. Basti pensare al mondo delle associazioni e del volontariato. 
Parlo di associazioni in cui non ci si gioca un ruolo di potere oppure un guadagno maggiore, altrimenti siamo punto a capo.
In questo mondo, essere solidali è la normalità. Vivere la solidarietà, in modo che anche gli altri possano a loro volta essere solidali. Come mamme, oltre che donne, è necessario trasmettere questi valori ai nostri figli.

E' vero.

In un mondo di furbi è faticoso insegnare ai nostri figli che la solidarietà è cosa giusta. 
C'è sempre il timore che gli scaltri abbiano la meglio. Ma chi è solidale insegna con l'esempio e non servono troppe parole.

Io non so essere competitiva. O meglio. Non so essere competitiva se esserlo arreca danno ad altri. Se dobbiamo giocare a scacchi, amo vincere! Se devo sgomitare e fare male per ottenere un posto di lavoro, non ci riesco. Amo la competizione sana, quella senza sgambetti. 
La competizione e l'aggressività vanno normalmente di pari passo. Anche le donne che vogliono apparire "acque chete" poi si mostrano presto per quello che sono.
Personalmente, non ritengo sia necessario emergere sugli altri per stare bene. Non necessito di paragoni per essere soddisfatta di me e di quel che faccio.Eppure, da quando sono entrata in questo mondo che dovrebbe essere tutto al femminile, mi sono accorta che la solidarietà è una splendida bugia che ti raccontano per nascondersi dietro un dito. Le invidie, i pettegolezzi, le gelosie ed anche i dispetti sono davvero all'ordine del giorno. Io non me ne sono accorta subito, forse perché noi tutte vogliamo credere che questa solidarietà esista davvero. E spesso la cerchiamo erroneamente dove vogliono farci credere sia presente. 

Allora mi rifugio tra le amiche e conoscenti che so davvero essere solidali. Quelle che, seppur tanto diverse da me, credono in qualcosa che ci accomuna.
Perché oltre alle persone che so essermi vicine, ho potuto scoprirne di nuove. Alla fine questa delusione terribile ha portato anche cose belle!
Già.
Proprio mentre ripetevo che la solidarietà femminile non esiste, ho ricevuto due bellissimi messaggi che mi hanno dimostrato che la solidarietà femminile esiste, sopratutto tra chi non ha bisogno di sventolare questo valore come se fosse un merito.
E quando sento questa vicinanza riesco davvero ad apprezzare questa merce rara. E mi ritengo davvero fortunata ad avere persone così preziose vicine a me.

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